Non usare il riso basmati per il risotto: un cuoco spiega perché è un grave errore

L’arte della cucina italiana è ricca di tradizioni e dettagli, particolarmente quando si parla di risotti. Questo piatto, simbolo della cucina del nord Italia, richiede ingredienti specifici per ottenere quella cremosità e quel sapore unici che lo caratterizzano. Tra i tanti errori che possono essere commessi in cucina, uno dei più comuni è l’uso del riso basmati per il risotto. Questo cereale, pur avendo i suoi pregi, non è adatto per realizzare un risotto cremoso e gustoso.

Per capire perché l’impiego del riso basmati per il risotto sia una scelta infelice, è importante analizzare le caratteristiche di questo cereale. Il riso basmati è una varietà lunga, tipica della cucina indiana e asiatica. Si distingue per il suo profumo aromatico e il carattere leggero, ma ha anche delle proprietà che lo rendono meno indicato per la preparazione di un buon risotto. A differenza di altri tipi di riso, come l’Arborio, il Carnaroli o il Vialone Nano, il basmati contiene meno amilopectina, un amido che è fondamentale per ottenere la cremosità tipica del risotto. Quando si cucina un risotto, l’amido rilasciato dal riso durante la cottura è ciò che consente di ottenere quella consistenza oleosa che avvolge gli ingredienti.

Per un risotto di successo, la scelta del riso è cruciale. Il riso Arborio, ad esempio, ha chicchi arrotondati che a contatto con il liquido assorbono sapori e rilasciano amido, creando così la consistenza giusta. Allo stesso modo, il Carnaroli è spesso preferito dai cuochi professionisti per la sua capacità di mantenere la forma durante la cottura, rendendolo perfetto per piatti ricchi e cremosi. Usare il basmati significa compromettere non solo la consistenza, ma anche il sapore finale del piatto: il profumo distintivo del riso basmati tende a dominare gli altri aromi, rendendo difficile ottenere un equilibrio di sapori che è invece fondamentale in un buon risotto.

Le tecniche di cottura del risotto

La preparazione del risotto non si limita alla qualità del riso. È un processo che richiede attenzione e pazienza. La tostatura del riso in un soffritto di cipolla e burro, seguita dall’aggiunta del brodo caldo poco alla volta, è un passaggio essenziale. Questo metodo permette ai chicchi di assorbire il liquido gradualmente, rilasciando l’amido necessario. Utilizzare il riso basmati comporta una cottura più veloce e meno attenzione, riducendo quindi la possibilità di sviluppare i sapori complessi che caratterizzano un buon risotto.

Inoltre, le tempistiche di cottura variano notevolmente. Il riso basmati richiede un periodo di cottura molto più breve rispetto ai risi utilizzati per il risotto: in genere, bastano circa 10-12 minuti per cuocere, mentre un risotto richiede 18-20 minuti di mescolamento e aggiunta di brodo. Questo errore di tempistica può portare a un risultato finale che è lontano anni luce dall’italianità del piatto, insipido e non cremoso.

La tecnica del “mantecatura”, ossia la mantecatura con burro e parmigiano a fine cottura, è l’ultimo tocco che rende il risotto un piatto sublime. Questa fase è fondamentale per ottenere la cremosità caratteristica, ma se il riso non ha rilasciato amido a sufficienza, gli ingredienti non si amalgameranno come dovrebbero. Ne deriverebbe un piatto poco invitante, e, in molti casi, addirittura immangiabile.

Le varianti di risotto

Passando alla ricchezza dell’universo del risotto, vale la pena esplorare le diverse varianti che possono essere preparate. Un classico come il risotto alla milanese, con il suo zafferano che dona un colore e un sapore inconfondibili, richiede un riso in grado di assorbire e mantenere questi aromi senza opporsi a essi, proprio come fa il Carnaroli. Altre varianti come il risotto ai funghi, al pesce o al tartufo seguono la stessa logica: la scelta del riso influisce profondamente sulla resa finale.

Anche le combinazioni di ingredienti possono variare notevolmente. Molti chef amano utilizzare ingredienti freschi e di stagione per esaltare il risotto, ma a prescindere dalla scelta dei condimenti, eliminerà lo sgradevole sapore del basmati. Scegliere risi con un buon potere assorbente aiuta a esaltare i sapori intesi in ogni piatto.

Per chi è appassionato di cucina, conoscere le caratteristiche dei vari tipi di riso è fondamentale. Non bisogna mai dare per scontato che tutti i risi possano essere utilizzati indistintamente: ogni varietà ha il suo scopo e un piatto come il risotto merita solo i migliori ingredienti.

Quando si decide di cucinare un risotto, è vitale rispettare la tradizione e le tecniche proprie di questo piatto, per non privarlo della sua essenza. Non c’è nulla di male nell’esplorare l’uso di risi diversi in altre preparazioni, ma quando si parla di risotto, le scelte devono essere molto più mirate per rendere giustizia a questo capolavoro della cucina italiana. In questo modo, si potrà davvero apprezzare il rispetto delle tecniche tradizionali e garantire un risultato finale che possa sorprendere e deliziare chiunque venga a gustarlo.

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